Visita serale alle Catacombe di San Gennaro a Napoli

da | 25,Ott,2019 | Napoli e dintorni | 0 commenti

Lo scorso sabato ho deciso di vivere un momento del mio tempo migliore scegliendo la visita serale con aperitivo alle affascinanti e misteriose Catacombe di San Gennaro a Napoli.

Ho la fortuna di essere nata in una delle città più belle d’Italia, con un ricchissimo patrimonio storico, artistico e culturale, e di frequente mi ritrovo a fare da turista nella mia città, scoprendo sempre qualcosa di nuovo. La storia di Napoli, specialmente quella risalente al periodo Greco Romano, è spesso visibile in molti ritrovamenti da ogni parte: dal suo impianto urbanistico, al sottosuolo, alle chiese e palazzi, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Trovo particolarmente interessanti i luoghi sotterranei, poiché danno l’opportunità di leggere il nostro passato attraverso la stratificazione del suolo di diverse epoche, grazie al quale si sono conservati parti della città o di edifici antichissimi, fra questi proprio le Catacombe di San Gennaro.

Sono ubicate nel cuore del centro antico di Napoli, il quartiere Sanità, si accede però dalla collina di Capodimonte nei pressi della Basilica dell’Incoronata Madre del Buon Consiglio. Prima di iniziare la visita, un breve, ma gustoso e ricco, aperitivo con birra artigianale, panino napoletano e tipici taralli con sugna, pepe e mandorle appena sfornati. In generale mi piace che ci siano momenti come questo prima o dopo la visita, poiché si può avere con gli altri turisti un momento di scambio di impressioni, informazioni, interessi, chiacchiere culturali.

In gruppo iniziamo la nostra discesa. Una volta entrati, ci troviamo in uno spazio ampio scavato nella roccia tufacea caratteristica del sottosuolo napoletano, la guida ci spiega che le catacombe di San Gennaro sono disposte su due livelli non sovrapposti e ci da tutte le informazioni storiche per comprendere questo particolarissimo luogo. Il percorso comincia dalla parte meno antica del sito, la catacomba Superiore che ha origine nel III secolo d.C., fu poi ampliata nel tempo con la traslazione, nel V secolo, delle spoglie di San Gennaro quando diventò luogo di sepoltura molto ambito e meta di pellegrinaggio.

Possiamo distinguere fin da subito tre tipi di sepolture: quella terranea, i loculi scavati nelle pareti e i cubiculi con arcosoli, questi ultimi generalmente erano scelti dalle famiglie di alto ceto sociale ed erano affrescate. In uno degli arcosoli meglio conservati che incontriamo, si riconoscono figure di santi fra cui anche San Gennaro con la corona di alloro che si presenta a San Pietro e speculare San Lorenzo e San Paolo. Si contano in questo sito circa tremila sepolture.

Procedendo incontriamo due ampliamenti: la Basilica dei Vescovi e la Basilica adjecta. La Basilica dei Vescovi accoglieva le tombe dei vescovi della città e da qui ben visibile al piano inferiore, posta in un ampio cubiculo, quella che fu la tomba di San Gennaro dal 413 al 431. Oggi le sue spoglie, dopo varie vicissitudini, si trovano al Duomo di Napoli. Della Basilica adjecta invece si riconoscono perfettamente i tre ampi archi delle navate.

Nell’ultima parte del Vestibolo Superiore troviamo importanti affreschi di età paleocristiana, forse i più antichi della città, di stile pompeiano in cui sono riconoscibili alcune figure del cristianesimo e un grande Cristo Pantocratore.

Passiamo quindi alla Catacomba Inferiore, un grande reticolato di gallerie che richiama l’impianto urbanistico della città fatto di decumani e cardines, sviluppatesi intorno alla Basilica di Sant’Agrippino. Ci troviamo in un ampissimo ambulacro con fonte battesimale, voluto dal Vescovo Paolo II che si rifugiò qui nell’VIII secolo durante il periodo iconoclasta, e di fronte le tre grandissime gallerie.

L’ultima parte delle catacombe che vediamo è la più antica, il cui primo nucleo risale al II secolo, qui troviamo la Basilica di Sant’Agrippino, interamente scavata nel tufo, oggi presenta l’altare dov’era collocata la tomba del santo ed è ancora consacrata.

La nostra visita si conclude nella adiacente Basilica di San Gennaro extra moenia, la più antica intitolata al Santo, è di età paleocristiana, luogo di collegamento fra la città dei morti e dei vivi, qui infatti c’è una porta che dà direttamente nel quartiere Sanità. Ha subito negli anni diversi rifacimenti ed è stata per lungo tempo abbandonata e usata come deposito del vicino Ospedale San Gennaro dei Poveri. Il recupero di quest’ultima e la valorizzazione e fruizione del sito delle Catacombe di Napoli, come ci ha spiegato la nostra guida, è il risultato del lavoro e dell’impegno della Cooperativa La Paranza. Un gruppo di giovani professionisti che hanno contribuito a creare e sviluppare il turismo in questa zona, costruire valore per la città e dare a loro stessi un’opportunità di lavoro.

La visita ad una catacomba può essere considerata un momento del mio tempo migliore? Me lo sono chiesto proprio mentre la percorrevo, in fondo mi trovavo in quello che fu un cimitero e il pensiero può fare una certa impressione. La mia risposta è che queste di San Gennaro sono molto suggestive, le più grandi del sud Italia e con caratteristiche strutturali peculiari, tali da renderle uniche. Quindi per me meritano di essere considerate fra i posti dove ho speso il mio tempo migliore. Ho cercato di stuzzicare, come al solito, la vostra curiosità, quale sarebbe la vostra risposta?

Sul sito ufficiale potete trovare tutte le informazioni su orari, biglietti e percorsi.

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